CERCARE LAVORO OGGI PER UNA DONNA OVER 50


Ne ho fatta di strada da quando ho lasciato gli studi, è una strada al femminile di un tempo in cui le parole: conciliazione dei tempi e femminicidio non se ne parlava ancora; era il periodo della presa di coscienza di un corpo e di un anima, un momento storico molto particolare. Pensavamo di aver già capito tutto sulla nostra indipendenza, e sui meccanismi da usare, per terminare un percorso che credevamo, di aver già fatto in buona parte.

Abbiamo capito ben presto che, invece, era ancora tutto da fare, che lavorare spesso significava non fare figli, che gli uomini non erano ancora pronti per il cambiamento e che la società ci garantiva leggi sulla parità, molto più progressive rispetto al percorso culturale appena intrapreso.

Abbiamo arrancato nella vita, trascinandoci dietro bambini con un progetto di educatività, cercando di mettere insieme tasselli, diversificati e importanti delle nostre vite; abbiamo mediato, organizzato, sacrificato, amato, sostenuto, innovato, accolto, progettato, lavorato, cresciuto con un occhio al passato e uno sguardo al futuro, siamo state il ponte innovativo tra il vecchio concetto di famiglia e di donna e la nuova struttura; non è stato facile, per nessuna di noi ma nonostante tutto forse siamo riuscite a trasformare un idea statica di donna in un progetto di vita a tutto tondo, per le nuove generazioni.

Noi no, ma le nostre figlie, le nostre nuore certamente. 

Siamo donne ricche di competenze e non lo dico per orgoglio ma per umile consapevolezza, siamo quelle che ancora oggi, in questa crisi non ci perdiamo d'animo, continuiamo a progettare e a camminare.

Dovremo lavorare fino a 70anni per raggiungere un minimo pensionabile, molte di noi hanno sacrificato 10 e più anni per crescere le generazioni che oggi hanno dai 20 ai 35 anni, molte di noi hanno fatto lavori a nero per conciliare i tempi e non sempre ci riuscivano, molte hanno combattuto per determinare le proprie scelte, molte hanno mediato per mantenere un alleanza che non si è dimostrata tale, molte hanno subito mobbing, licenziamenti e abusi dal datore di lavoro, molte hanno scelto un lavoro part-time solo e soltanto per crescere i propri figli. Tutto ciò non può essere scritto sui nostri Cv.

Qualcuna ha avuto più fortuna, vuoi per essersi statalizzata o per avere avuto una famiglia che la appoggiava, qualcuna è riuscita a fare l'imprenditrice, qualcuno ha fatto carriera, qualcuna ha avuto privilegi e diritti riconosciuti, ma non sono state la maggioranza.

Oggi solo il 46% delle donne lavora, rispetto al 70% della Svezia  e del 64% del Regno Unito; guadagnano il 10% in meno degli uomini, solo il 12% sono dirigenti, ancora oggi 800mila donne perde il lavoro dopo una gravidanza, la disoccupazione femminile è aumentata del 40%, rispetto alla disoccupazione maschile rimasta invariata in questi ultimi anni, quella femminile è aumentata.



Il ruolo della donna nella procreazione è unico e inimitabile, questo cosa vuol dire, che siamo solo noi a generare figli e che il nostro ruolo materno ha una sua importanza, possiamo delegarlo e questo è un dato di fatto, ma non sempre possiamo farlo. Non indago sui motivi che non dipendono dalla mancanza di voglia, ma spesso sono situazioni che ci impongono di non delegare o di delegare solo alcune cose; quello che credo sia importante è che sia data a noi la scelta di farlo, che sia la donna a decidere. Non un sistema maschile che ci impone prima di fare carriera e poi di generare figli. 

La natura ci ha preparate a generare tra i 20 e i 40 anni, questo per darci modo di replicare l'umanità con tutte le forze fisiche e con tutta la flessibilità mentale possibile, perchè partorire e seguire, un numero di figli variabile, è un lavoro faticoso. Se si sostiene che il nostro dna sia programmato per giungere fin quasi alla venerabile età di 120 anni, donne incluse, forse abbiamo anche il tempo di fare tante altre cose; la riflessione che dovete fare è che anche se la nostra prospettiva di vita arriverà a superare il secolo, la natura non allungherà per la donna la possibilità di generare fino a 60 anni. 

Le donne amano lavorare, sono state relegate per secoli in ginecei ristretti che non abbandoneranno mai la possibilità di restare nel pubblico, di lavorare. Una donna sceglie di stare a casa per amore e per sostenere la costruzione del domani delle sue risorse umane, guarda al futuro dell'umanità.

Quindi ancora oggi e a maggior ragione più di ieri, chiediamo che le nostre competenze siano riconosciute, sia che si abbia 25 anni, sia che se ne abbia 60 perchè ormai l'idea di andare in pensione è ormai una chimera, perchè una donna riesce sempre ad adeguarsi e risulta più flessibile, inoltre le donne hanno una grande capacità: riconfigurarsi. 

Quello che una donna ha fatto, spesso è frutto di una quadratura di un sistema complesso e molto delicato, ma nel momento in cui il ruolo di equilibrio può essere in parte dismesso, si trova pronta per seguire i propri sogni e dar corpo ad aspirazioni importanti ma è anche il momento in cui si sente più emarginata e rifiutata.

L'importanza dell'inclusione sociale e del ruolo occupazionale in un over 50, uomo o donna, è di massima importanza per il suo benessere psicofisico e per le responsabilità che assume all'interno di una microcosmo, per una donna significa anche riuscire a realizzarsi pienamente e se la nostra prospettiva di vita è di 95, in aumento nel prossimo decennio, credo che potremmo davvero tenerci occupati fino ai 75.

Una volta che i figli hanno raggiunto un autonomia responsabile, quando finalmente ogni mediazione tra quello che vorrei fare e quello che realmente posso fare è terminato, in quel momento è finalmente libera di diventare veramente quello che vuole, ed è a questo punto che diventiamo temibili.

Lasciateci scegliere il nostro cammino, non costringeteci ad adeguarci ad un modello maschile. Lasciateci affrontare la vita con la libertà più assoluta, camminate al nostro fianco nè troppo avanti, nè troppo indietro, non ci piace. Lasciateci libere di decidere le priorità nella nostra vita, se prima i figli o la carriera. Stimateci.