NOTTE E PENSIERI


Ci sono notti che mi sveglio e mi giro nel letto per ritrovare il sogno.

Stanotte ho rincorso i miei pensieri per molto tempo e si sono confusi con i sogni che non volevano andare via,  ho immaginato che vorrei cambiare vita, vorrei possedere l'opzione scarica nuovo software o modifica impostazioni, inteso come cambiare mocassini e punto di vista, ritrovarmi nel corpo e nell'anima di un altra, in un luogo opposto al mio e quindi scappare da questa vita fatta di giorni sempre uguali al niente e con le ansie che mi porto dietro da decenni, vorrei assaggiare un altra sofferenza, un altra serie di tormenti, così quando sono stufa di qua, vado di là, un APP rigenera ambiente. Manchiamo di un pulsante di riprogrammazione ambientale, forse ci arriviremo fra un altro millennio, se mai ci saremo.

Evidentemente quando ero in fila in attesa per l'assegnazione dei genitori, ho fatto l'errore di non prendere le prime due opzioni, così alla terza sono stata obbligata ad accettare e la famiglia che mi è toccata non era economicamente stabile, non è che fosse stabile neppure in altre cose ma quella è un altra storia. Insomma dobbiamo tenerci quest'anima e camminare verso nuove avventure e nuovi mondi.

La vita è il dono più bello e immensamente creativo che può esserci regalato, un dono complesso e ricco di scoperte giornaliere, eroico e coraggioso, un meraviglioso inno della natura nei confronti dell'evoluzione. Non è giusto che ci siano persone che possiedono la fortuna di avere una vita vivibile e altre che devono percorrerla in salita, dovrebbe essere dato a tutti il diritto ad una tranquillità e serenità di percorso.

Sicuramente ho avuto alcuni momenti in cui quel pulsante l'avrei schiacciato, il primo è intorno ai 7 anni, mi avevano parcheggiato in ospedale, al Mayer a Firenze per valori del sangue non corretti, sono stata ricoverata un mese, sola in quell'immenso reparto dove la malattia era tutto e nient'altro che sofferenza, dove le giornate erano un infinito susseguirsi di attimi da riempire, lo ricordo come il periodo più allucinante della mia infanzia.

 Poi tutto si risolse e la vita continuò a scorrere.

Ho avuto altri momenti in cui avrei voluto dissolvermi e volare via nel vento, in realtà non ho potuto scappare e ho dovuto affrontare e superare, rielaborare e proseguire. L'esperienza è qui con me nella tasca dell'anima, è una medaglia appuntata al petto, è una croce marchiata a caldo sul cuore, sono parole nella mia mente, sono emozioni nel mio cuore. Sono i miei sorrisi e i miei sguardi.

Martina mi confessò un giorno, che avrebbe desiderato vivere la mia vita, rimasi stupita di questa affermazione e non ero proprio propensa a volerle credere; lei disse che la sua era stata peggio, che sua madre abbassava gli occhi tutte le volte che suo padre le passava accanto. Poi lui è morto e nessuno è riuscito a versare lacrime sincere, la vita procede e non si dimentica facilmente.

Ha trovato l'idea molto interessante.

Arianna aveva tutto, tutto quello che una ragazzina potesse desiderare e forse anche qualcosa di più, finchè suo padre è stato presente ha garantito alla sua immensa leggerezza la possibilità di espandersi, oggi combatte con i debiti che il marito le ha lasciato in eredità.

A lei non interessava, cercava solo la sua gioventù.

A Paola è mancato tutto. E' stata adottata ed è rimasta in contatto con la famiglia di origine, due nuclei da inseguire, due chiese da amare, 6 figli, due case, 2 gatti, 2 cani, 1 uomo e tanta solitudine.

Anche a lei l'idea è piaciuta.

Ci sono notti che il troppo meccanismo di sinapsi mi porta verso immaginari sconosciuti, in porti più inclini alla bassa consistenza di contenuti; ecco: datemi una vita tutto lusso e frivolezze, una vita di quelle con le pajette e le borse griffate, una vita piena di alta finanza e di divorzi, una vita nelle ville sulla Côte d'Azur e Los Angeles, le vacanze in Polinesia, voglio una vita così, diciamo pure spericolata, di quelle piene di eccellenze e formalità. Una vita passata con un tailleur rosa e due gocce di Chanel.

Carlotta mi ha detto che le basterebbe un assegno alla fine del mese, le ho creduto e quando le ho chiesto la cifra, ha fatto due conti e la richiesta mi sembrava onesta.

Mario ama fare l'esoso solo per divertimento, ha chiesto un superenalotto e ha sostenuto che senza la piscina non avrebbe potuto vivere.

Michela non ha voluto dirci nulla ma su una cosa è stata chiara: "non ve lo dirò mai se vinco".

Mia cugina è realista, come buona parte della famiglia di mio padre, mi ha detto: lasciami questa vita, non è perfetta ma vivibile e ormai la conosco troppo bene.

Ci sono notti che non dormo e credo che la colpa sia del caffè e dell'anagrafe, ormai sono in un età compresa tra la demenza adolescenziale e quella senile, dovrei imparare a scegliere meglio le droghe con le quali trattare i miei stati d'ansia.

Ci sono notti in cui mi sveglio solo il giorno dopo.