Mia nonna, per farmi  compagnia la mattina prima di andare a scuola, mi raccontava della sua infanzia a Firenze, della scuola Dante Alighieri e del porcellino, mi raccontava del carretto che vendeva i dolci e delle passeggiate alle cascine; del cane lupo che avevano a Milano e della guerra. Deve essere stata lei, con la sua pazienza a farmi trovare il senso del racconto. Mi raccontò della sua unica bambola di ceramica, ricevuta in regalo per il suo compleanno dalla zia, così bella e delicata che per l'emozione le cadde alla sera e si frantumò in mille pezzi, un sogno svanito nel battere di una giornata.