Le idee ...

Se credete che servono le idee e le competenze per fare qualcosa, scordatevelo. Servono le amicizie, le alleanze, serve scaltrezza e opportunismo, serve senso di possesso e materialità economica.

Le competenze e la capacità di collaborazione, l'empatia e l'intelligenza emotiva sono secondarie in questa nazione dove sopravvive ancora il corporativismo fascista, di cui sono ancora presenti, con varie metamorfosi, istituzioni che oggi risultano inadeguate alla competizione globale.

Non dipende dall'euro o dall'Europa, nemmeno dalla Germania.

Siamo noi che dobbiamo cambiare.

Noi come cultura sociale di un popolo che ha attraversato gli anni '60 e il boom economico portandosi dietro meccanismi non competitivi, sia economici che politici, sul piano della globalizzazione.

I piccoli o grandi privilegi vanno abbandonati da parte di un elite che ha una visione ancorata agli anni '30.

Dobbiamo spingerci verso il cambiamento e l'innovazione, non crearci alibi per giustificare l'immobilismo di un paese con un disagio dilagante.

Il patriarcato inteso come struttura privata e nel contempo gestito su un autosussistenza e centristica non è più il nucleo fondante di questo stato (logica familista). Gli stranieri non devono e non possono essere considerati come un insieme che erode il benessere dei cittadini autoctoni. La popolazione con un'importante riduzione demografica vedrà bene presto crescere il numero di anziani, non significa che possiamo abbandonarci alla corrente e attendere la fine, ma rivalutare anche un percorso over 70. Ultimo ma non ultimo la crisi, che perplime ogni opportunità innovativa e tende a chiudersi come un riccio per tutelare, quando invece la strada è proprio di aprire la mano e lasciare andare tutto ciò che non serve.

Scardinare gli alibi è la prima operazione da fare per trasformarci in una squadra vincente.

Non siamo tanti piccoli o grandi nuclei ma un unico popolo, una sola squadra, tutti possono aiutare e ognuno di noi ha la responsabilità di cambiare, ed è giusto pretendere che tutti svolgano al meglio il proprio ruolo ma è altrettanto importante continuare a rimettersi in discussione e ottenere il meglio da sè nelle condizioni date.

L'obiettivoè diventare una società più matura, equa e responsabile.