Cambiamenti


Il cambiamento è uno stimolo a migliorarsi, partire è una scelta che si fa per bisogno o per emozione, tutto ciò che poi diviene è vita in evoluzione. Quando si è giovani, si guarda all'oggi con un occhio poco critico e molto ottimistico, si parte con una valigia leggera e si corre incontro all'avventura; poi il cammino diventa critico e si inizia a porsi dei dubbi e a riformulare la scelta, ma non abbiamo ancora tutti gli strumenti e ormai abbiamo intrapreso un cammino la cui fiducia è nel domani, quindi si va avanti. Il tempo è un grande saggio, ti prende per mano e ti mostra tutto quello che restava velato, uno alla volta e senza fretta, così che tu possa assaporare i tuoi sbagli con tutto il fiele che si è venuto a creare. Gli anni sono fiumi che scorrono, inesorabili, e quando tu vorresti tornare per godere della familiarità di luoghi e di persone, ecco che ti chiude le porte, che tutto diventa più difficile.

I contatti si sono slegati, per complessità della vita, gli eventi luttuosi ti hanno sganciato da un insieme che sembrava infinito, le scelte qui non contemplano le opportunità là.

Resta la strada che nello svolgersi è diventata in salita, fino a farti arrancare e tu resti attonito nel guardarti indietro e nel chiederti: chissà cosa credevo di trovare.

Eppure ne hai fatte per raggiungere il tuo obiettivo.

Hai posto la convinzione totale nel tuo scopo.

Le persone si muovono, i popoli si spostano, il migrante cerca un luogo per riuscire a sopravvivere per sè e le generazione che arriveranno, nessuna certezza e nulla può garantire il risultato, solo la grande determinazione per arrivare e questo costerà anni e lo sforzo passerà di padre in figlio, sempre con un occhio all'orizzonte, il cuore alla casa natìa e la mente in un continuo adeguamento culturale.

Coloro che nascono, crescono e invecchiano in un ambito familiare, protetti da questa spinta di evoluzione culturale, non riescono a immaginare quanto sia faticoso e sofferente adeguarsi senza perdere, in parte, l'identità di nascita.

Perdere qualcosa ed acquisire qualcos'altro.

Non è negatività ma fatica.

Sono micro movimenti emozionali che le persone hanno l'obbligo di effettuare, mediazioni potenti che avviano un processo importante verso un cambiamento personale e societario. Svolto non solo da chi arriva ma anche da chi accoglie.

Accogliere è disponibilità, apertura e abbraccio.

Dovremmo tutti essere preparati all'accoglienza, è la forma migliore per semplificare processi relazionali.

Accoglienza e comunicazione.

Il dialogo tra le persone è la forma più arcaica per un progetto di evoluzione di milioni di anni. Se i primi ominidi non si fossero meticciati tra di loro e non si fossero scambiati le tecniche di caccia non saremmo mai potuti giungere all'Homo Sapiens Sapiens ed in questa globalizzazione dove la consapevolezza di un io sociale si spinge fuori dai confini territoriali, abbiamo il dovere di imparare un arte antica e moderna, accogliere e raccontare. Dove lo scambio diventa produttivo nell'ascolto dell'altro.

Tutto ciò genera paura, da entrambe le parti.

Siamo quindi ugualmente emozionati e questo dovrebbe aiutarci, non dividerci.

Quando si parte per un luogo che diventerà la nostra quotidianità del futuro, si immagina un sogno, quando si arriva la fatica ci sovrasta e il desiderio di ottenere quel sogno permea tutta la nostra vita, coinvolge cuore nervi e mente; solo dopo molti anni possiamo valutare il percorso.