effetti


Non lo so come sia nata o come sia stata creata, mi immagino sempre che tutto abbia un inizio e invece spesso è solo un generatore di effetti e cause, tutto così complicato e complesso da cedere alla tentazione di scappare per inoltrarsi nell'ovvio e nella banalità più assoluta.

Il mio difetto più grande è sempre stato quello di riflettere, di passare ore a contemplare il dedalo di viuzze che si formavano nei miei pensieri; ho generato talmente tanti percorsi che credo di  aver fatto il giro di tutta la via lattea e oltre. Mia madre avrebbe fatto meglio a generarmi stupida e limitata, avrei avuto sicuramente vita facile, inoltre avrebbe fatto meglio a cucirmi la bocca, così da evitare di esprimere quei concetti che non sempre il nostro prossimo ama sentirsi dire. Invece ha preferito gettare pillole di intelligenza in quel piccolo corpo di donna, ha sempre continuato a dimostrarmi che una donna può anche avere una certa capacità, così che per eguagliarla e superarla ho iniziato a coltivare i miei neuroni e intanto crescevo.

Chissà dove sei arrivata, vi domanderete, da nessuna parte vi rispondo. Qui sono e qui resto, in mezzo a un mare di nulla.

Mio padre era un uomo semplice e buono, almeno così dava a vedere, in realtà era il perfetto menefreghista di ogni problema. Lui rideva a crepapelle dopo aver visto per la centesima volte un film di Stanlio e Olio, rivedeva le stesse battute come se fosse la prima volta. Mio padre era quello che non si preoccupava mai. Dobbiamo partire, partiamo per tempo che siamo sicuri di non perdere il treno, peccato che poi si aspettava in stazione un ora. Mio padre era così banalmente semplice che se gli chiedevi dove andiamo, rispondeva: non lo so. Statene certi non lo sapeva, lui muoveva semplicemente i piedi e da qualche parte sarebbe arrivato.

Così non ho capito subito che il compagno dovevo sceglierlo in base ad altri canoni, ero così innamorata di questa sua effimera naturalezza che sono andata a trovarmi una fotocopia con le idee rivoluzionarie da anarchico, poi rivelatosi nel corso degli anni un egocentrico impressionante. Insomma avevo sbagliato tutto, io e mia madre, nonchè mia sorella e per non parlare di generazioni di donne che mi hanno preceduto la cui libertà andava di pari passo con la fame. Tanta!

Fame, perchè gli attori una volta ne pativano davvero tanta, e perchè alla fine siccome erano donne con un livello di istruzione elevato, lavoravano e giravano il mondo erano considerate "poco di buono".

Lasciamo stare le trisavole dove stanno o mi metto a fare una costellazione familiare, come dice la mia amica, sono importanti, ti fanno capire tante cose; lo so, le rispondo, avrei preferito non doverle fare e avere una famiglia perfetta a partire dalla trisavola. Il mio sogno, una famiglia perfetta, quella dove ti alzi la mattina e problemi non ce ne sono, dove i figli sono bravi a scuola e i genitori disponibili, dove se succede qualcosa tutti sanno esattamente cosa dire e come comportarsi.

Tutti.

Nessuno escluso.

Diciamo che più che farmi fare le costellazioni, da maghi della new age e pseudo psicologi, me la sono fatta con ricerche ed effetti di casualità.

Il risultato è lo stesso.

Sempre qui, in mezzo al mare.

Infatti la famiglia lasciava un pò a desiderare, nessuno sapeva cosa dire, come dirlo e sopratutto non sapevano come comportarsi; immaginate in quale casino impressionante sia cresciuta e quale matassa abbia dovuto dipanare.

Posso dire a loro discolpa che mi hanno amata, non ho un solo momento in cui nei miei ricordi non possa sentire il calore del loro affetto, di un abbraccio o di una carezza, di un gesto con il sorriso, di sentirmi parte di una grande famiglia, di un cosmo complesso e non perfetto che oltre a una serie di voluminosi traumi, mi ha fornito di competenze importanti. Disordinatamente e a sprazzi anche geniali ma, mi sono state fornite.

Da bambina avevo dei sogni, e sognavo in grande, le mie amiche di scuola avevano idee modeste e realistiche, parrucchiera o sarta, io invece puntavo alla qualità: sognavo di diventare avvocato o attrice.

Non avevo fatto i conti con il gufo familiare.

Mia madre uscì con un grido inumano e non ammise repliche: Tu l'attrice non la fai. Ecco come rovinare la vita ad una figlia. Considerato lo sconvolgimento materno ed ancora ignorando quello che avevano combinato le bisavole, ho preferito rinunciare, anche se un vago tentativo lo avevo fatto e non mi avevano preso.

Non sanno cosa si sono persi, Eleonora Duse il ritorno.

Così puntavo certa verso la carriera del foro. Mi sono scontrata con una mancanza di fondi strutturale e sulla guerra di posizione economica genitoriale. Loro sono sopravvissuti in qualche maniera, a me hanno tagliato il futuro.

Quando dico che ci vuole cervello nella vita, non parlo a vanvera, e loro non lo avevano messo in campo, in quel contesto. Solo che il cervello se lo usiamo da soli non serve a niente, dobbiamo usarlo insieme ad altri, e questo in genere non succede, quasi mai.